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citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

mercoledì 20 aprile 2011

Nucleare: il passo del gambero



Oggi al senato si voterà, come previsto, il decreto legge omnibus ma con una novità recentissima, un emendamento dell'articolo 5 che apparentemente va a fermare la corsa nuclearista del nostro paese e che così recita: “Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione Europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare”. Successivamente una nota di Palazzo Chigi va a precisare che “Con l'emendamento viene affidato al Consiglio dei ministri la definizione di una nuova Strategia energetica nazionale. La Strategia terrà conto delle indicazioni stabilite dall'Ue e dai competenti organismi internazionali; e, prima di essere approvata definitivamente dal Consiglio dei Ministri, sarà sottoposta all'esame della conferenza Stato-Regioni e delle competenti Commissioni parlamentari”.

Possiamo dunque noi anti – nuclearisti patologici, trascinati dalla razione più che dall'emotività, ritenerci contenti e soddisfatti? Purtroppo no. Questo passo indietro venuto dopo un'escalation di contraddittorie dichiarazioni da parte dell'esecutivo fa solo parte del metodo della “cortina fumogena” per acquisire quel consenso popolare più che mai necessario alle soglie di due importanti eventi. Quali sono questi eventi? Le amministrative alle porte ed il referendum del 12 giugno. Il tema del nucleare è diventato alquanto scomodo da Fukushima in poi, dato che è stata nuovamente dimostrata al mondo la pericolosità di questa forma energetica e la disinformazione eretta a barriera davanti agli occhi dei cittadini si è frantumata con grande cruccio di quel governo che aveva fatto del ritorno al nucleare un suo punto cardine. Ormai il danno è fatto e per correre ai ripari si fa temporanea totale marcia indietro su tutta la politica energetica con l'ovvia intenzione di aspettare tempi migliori per riportare in auge il nucleare tricolore.

Sia ben chiaro, non scrivo ciò per una premeditata presa di posizione contro l'attuale governo bensì mi baso su una personale analisi dei fatti. Innanzitutto il ritorno al nucleare era stato deciso senza interpellare direttamente i cittadini, come se il referendum abrogativo del 1987 fosse scaduto in barba alla volontà popolare tanto decantata da B. , fatto quanto meno curioso. In secondo luogo a marzo il temuto Decreto Rinnovabili fa fatto tremare in molti: tagli retroattivi all'eolico e il tetto limite di 8000MW per gli impianti fotovoltaici (che grazie al cielo almeno questo per ora è saltato ma se ne riparlerà a breve) mettendo di fatto un freno al rinnovabile. Già da ciò mi pare chiaro che sino ad oggi la politica energetica, piuttosto pasticciata, è andata a senso unico verso l'unica direzione del nucleare, strozzando le alternative e non mostrando alcuna volontà di lavorare sulle rinnovabili. Dopo il disastro in Giappone ed una serie di mezzi ripensamenti conditi con un buon numero di contraddittorie dichiarazioni ora sembra venire ingranata la marcia indietro. Questo oltre all'ovvio effetto sulle impellenti amministrative, con tutta probabilità porterà ad una cancellazione del quesito referendario contro il nucleare privando, di fatto, per la seconda volta i cittadini di una manifestazione chiara e diretta di democrazia. Insomma, se tutto va come nei loro piani, ci tolgono la possibilità di scegliere se lo vogliamo o no questo nucleare, decidono loro. Qual'è il problema? Che non essendoci una diretta manifestazione di volontà contro il nucleare (una delle possibilità qualora si tenesse il referendum) nel momento in cui il governo lo ritenesse più opportuno potrebbe tranquillamente ri – orientare la politica energetica verso il binario sinora percorso, in barba a tutti noialtri.

Non c'è una reale marcia indietro sul nucleare, solo uno stop ammazza – referendum (d'altronde se passano le leggi ammazza – processi...) ed uno stallo effettivo della politica energetica nazionale più che una sua revisione, ipotesi improbabile di fronte all'orientamento a senso unico avuto sinora.

Questo è il passo del gambero, che cammina all'indietro per arrivare a destinazione, in barba a tutto e tutti. 

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