citazione

citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

giovedì 26 maggio 2011

Le amministrative affossano il referendum

Sono settimane che l'attenzione di tutti è monopolizzata dalle elezioni amministrative, in particolare dai risultati di quattro città prima (Napoli, Bologna, Milano, Torino) e di due ballottaggi poi (Napoli e Milano). Caricati inizialmente all'unanimità di un significato quasi messianico da tutte le parti in gioco che si definivano preventivamente vincenti, per giorni ogni singola trasmissione di approfondimento non ha fatto che parlarne. Passa la prima tornata elettorale, escono i risultati e tutti comunque si danno vincenti, come accade sempre in questi casi, il che farebbe quanto meno alzare la palpebra a qualcuno dotato di senso critico e invece no di nuovo tutte le trasmissioni parlano dei risultati cercando una qualche presunta verità. Passa qualche giorno e si comincia a parlare dei ballottaggi, in particolare di quello di Milano visto che il premier si è autonomamente giocato la faccia con la sua decisione di scendere in campo in prima persona. Tra le vicende di presunta violenza, i presunti attentati fascio – comunisti e la solita guerra degli insulti e della lettura creativa dei programmi l'attenzione rimane monopolizzata dal ballottaggio di Milano. Non basta, terminati i ballottaggi per tutta la settimana prossima tutti parleranno del risultato di questi e nuovamente ci si interrogherà sui grandi ed elevati significati politici di una amministrativa e via con un'altra settimana di informazione “bloccata”. Del referendum del 12-13 giugno praticamente non se ne parla se non per qualche messaggio autogestito da parte di sconosciuti movimenti che in orari del tutto inadeguati spuntano senza molto senso logico, ad esempio questa mattina su Rai3 poco prima del programma di approfondimento Agorà ve ne sono stati due riguardanti i quesiti referendari sull'acqua; soliti slogan piuttosto approssimativi da una parte e l'indegno invito all'astensione dall'altra.

Mancano poco meno di tre settimane dal referendum su quattro importanti quesiti e la situazione è sempre quella: informazione e dibattito pressoché inesistente (si contano giusto un paio di puntate di Agorà e di Anno zero in materia del nucleare) quando, al contrario, vi è estrema necessità di fare chiarezza così che ogni cittadino si possa fare una propria idea informata al riguardo. Chiarezza e informazione, dunque non la solita demagogia a slogan e neppure l'invito all'astensione preventiva che sono entrambi chiari inviti all'ignoranza. Siamo al monopolio amministrativo, si parla solo di Milano e Napoli, non che le amministrative non siano importanti ma si sta davvero dibattendo sul “colore del nero” con eccesso di tempi e rubando spazio ad altra informazione.

Ora a un malpensante, come il sottoscritto, potrebbe anche venire il sospetto che il separare amministrative e referendum (con notevole dispendio di soldi pubblici) ponendo tuttavia le due chiamate alle urne relativamente vicine temporalmente tra loro non sia stato fatto casualmente, bensì avendo in mente precisi scopi. Numero uno: evitare che le amministrative chiamassero alle urne un'affluenza tale da rimpolpare il quorum del referendum con bella pace dell'astensionismo tanto caro a qualcuno. Numero due: allontanare la data del referendum ha dato modo alle camere di far passare il decreto Omnibus contenete la moratoria sulle centrali nucleari da realizzare in Italia, passato con voto di fiducia alla camera di 313 sì contro 291 no e che rischia (a meno di intervento della cassazione) di affossare il quesito referendario del nucleare ovvero il più caro alla cittadinanza. Numero tre: rubare tempo utile alla discussione per evitare di pubblicizzare eccessivamente il referendum dato che, come è stato ammesso da più parti, si invita all'astensionismo data la presunta strumentalizzazione della chiamata alle urne, il che ha davvero poco senso.

Insomma le amministrative stanno di fatto bloccando il referendum o meglio bloccandone l'informazione, persino su internet i blog che si danno all'attualità hanno smesso di parlarne. Unico luogo ove sembra che l'argomento non passi di moda è il celebre social network Facebook ove ormai da più di un mese, in diverse tornate quotidiane, girano inviti multipli a una partecipazione attiva e consapevole al referendum, spesso mossi da una presa di coscienza autonoma e apartitica di persone qualunque come noi tutti.

Ci si chiede se almeno nella settimana del 6-12 giugno si potrà parlare del referendum o se invece si glisserà sul bel tempo e sulla voglia di andare al mare.

mercoledì 25 maggio 2011

Questo blog e Carbon Neutral

Per una volta mi permetto di fuoriuscire dal campo di competenze di questo blog per segnalare un'insolita iniziativa davvero molto interessante mirata a rendere “carbon neutral” i blog come questo. Ma come al solito andiamo con ordine.

Ogni tecnologia richiede risorse, dalle materie prime per la sua realizzazione fisica al consumo energetico per il suo funzionamento, il che incide inevitabilmente sull'ambiente. Prendiamo un tipico blog, tra i milioni presenti in tutto il mondo, come può essere questo; bene possiamo assumere il suo impatto ambientale nella durata della sua esistenza come l'emissione di un certo quantitativo di anidride carbonica (CO2). Qual'è il metodo naturale migliore per aggiustare questo impatto ambientale? La tecnologia CCS? No, piantando alberi che, come tutti sanno, catturano anidride carbonica (CO2) per produrre ossigeno (O2) e sono persino belli da vedere, pensate un po'! Da questi presupposti parte l'iniziativa “diventa un blog a impatto zero” di “Dove Conviene” in collaborazione con “i plant a tree”! ovvero la novella versione italiana della stessa iniziativa già presente da tempo in Germania.

La pagina di “Dove Conviene” è molto chiara in merito alle meccaniche dell'iniziativa, comunque riassumiamo brevemente: per ogni blog che aderisce all'iniziativa viene piantato gratuitamente un albero (una Acacia per essere precisi) a Göritz, presso Coswig (regione di Saxony-Anhalt) a sud di Berlino per intenderci. Come si partecipa? Basta scrivere un post riguardante l'iniziativa nel prorpio blog, inserire uno dei bei “bottoni” (come li chiama il sito), segnalare il tutto a co2neutral@doveconviene.it ed il gioco è fatto!

È una bella iniziativa, non vi costa assolutamente nulla se non un po' del vostro tempo e spinge alla presa di coscienza che la riduzione dell'impatto ambientale delle tecnologie di cui viviamo passa anche per le nostre mani. Invito tutti a partecipare all'iniziativa. 

lunedì 23 maggio 2011

Sky Vs Current: cronaca di uno scontro

Current TV è un network internazionale che si occupa di informazione indipendente (sempre più merce rara) fondato nel 2005 dall'ex vicepresidente americano nonché nobel per la pace Al Gore assieme all'imprenditore e avvocato Joel Hyatt. Attualmente Current è presente, tra gli altri, negli Stati Uniti, in Irlanda, in Inghilterra e dal 2008 anche in Italia, per lo più ospitato dalla piattaforma satellitare Sky Italia che, però, ha deciso di terminare la collaborazione con Current Italia, specificando di averlo fatto a malincuore e solo a causa di richieste economiche esagerate avanzate dalla controparte unite ad un calo degli ascolti verificatosi nell'ultimo anno. Scatta la polemica ed è lo stesso Al Gore a mobilitarsi scatenando il caso ed accendendo la diatriba.

Ne sono state dette tante negli ultimi giorni, ma cerchiamo di riassumere ed ordinare i punti salienti della vicenda nel tentativo di fare un po' di chiarezza. Secondo Al Gore la decisione di non rinnovare il contratto a Current Italia non deriva dalla sede Milanese bensì direttamente da New York, niente meno che dalla News Corporation la multinazionale di Rupert Murdoch proprietaria di Sky Italia. Sempre secondo l'ex vicepresidente alla base della vicenda vi è l'annuncio di Current USA di assumere Keith Olbermann, un anchorman liberal molto critico sulla destra americana e che più volte è stato al centro di polemiche ed invettive contro il ricco repubblicano Ruper Murdoch e il suo impero mediatico. Al Gore rincara ulteriormente: “La News Corporation è una multinazionale con un programma politico molto preciso e quando ci sono voci che contrastano con la linea di Murdoch, lui semplicemente le spegne”. Strano, mi ricorda qualcuno. Si deve ammettere, al di là della vicenda, che Sky Italia fino ad ora è sempre stata una piattaforma che ha ospitato, anche grazie a Current Italia, inchieste e contenuti d'attualità che la televisione pubblica non ha mai passato e viene naturale chiedersi se questo cambiamento di tendenza, venuto d'oltre oceano, sia unicamente dovuto alla scelta di ospitare Olbermann su Current USA, ed è ancora il premio nobel della pace a fornire un'interessante spunto di riflessione. Secondo questi Sky sta cercando di entrare nel business del digitale terrestre, la vera prima forma concorrenziale alla grande piattaforma satellitare che si sia vista nel nostro paese, ma per fare questo è necessario l'appoggio del governo; ecco che mentre sino a qualche tempo fa non scorreva buon sangue tra Murdoch e il nostro premier (per varie vicissitudini di ordine economico e concorrenziale) ora i due potrebbero voler dialogare molto più pacatamente e lo scambio di favori per entrare nel digitale terrestre potrebbe risultare proprio nel tarpare le ali a Current Italia che più volte ha trasmesso servizi poco graditi al nostro presidente del consiglio. Sono sempre e solo supposizioni ma sapendo come vanno le cose il tutto non è poi così irreale, anzi appare sin troppo plausibile.

Come ha risposto Sky a queste accuse? Basta andare sul sito per leggere la loro difesa. Dopo avere precisato che Sky Italia è stata la piattaforma che nel 2008 ha creduto nelle potenzialità di Current TV lanciandola in esclusiva, il network satellitare imputa proprio a Current la “colpa” della risoluzione del contratto. Sky afferma che giunti alla naturale scadenza contrattuale è stata fatta un'altra offerta “in linea con il mercato, con il contesto economico e con le performance di Current” offerta non accetta con conseguente richiesta di “un aumento dei corrispettivi da parte di Sky pari al doppio di quelli attuali”. Inoltre Sky fa presente che la performance del canale non è in crescita, anzi tra il 2010 e il 2011 la perdita degli ascolti di Current TV è stata del 40%, dato che francamente di “prima botta” lascia un po' perplessi.

Parte una piccola guerra sui numeri, come accade sempre in questi casi, nella quale risulta difficile districarsi, chiunque abbia studiato un po' di statistica e/o abbia messo le mani su delle percentuali sa bene che è molto facile ottenere risultati in linea con quanto si vuole sottolineare ma non altrettanto mostrare che il procedimento utilizzato è controverso. Per chi voglia approfondire questa guerra sui numeri consiglio “Current Tv: la verità sui dati d’ascolto” dal blog del General Manager Italiano Tommaso Tessarolo. Che gli ascolti calino o crescano resta meritevole il fatto che recentemente Current Italia ha vinto il premio Hot Bird TV 2010 come migliore canale news europeo a pari merito con BBC World News.

Arriva la nuova mossa di Al Gore che, mostrando una certa lungimiranza, si affida al potere della rete (che contrariamente a quanto si possa pensare in Italia sta crescendo sempre di più) chiedendo a questa di diffondere la notizia di quanto stia accadendo lanciando un nuovo appello “Bisogna farlo sapere a Sky che gli italiani non sono d’accordo con questo abuso di potere. Devono farsi sentire anche gli abbonati minacciando di disdire il loro abbonamento se Sky non tornerà sui suoi passi”. La risposta non si fa attendere e la notizia vola tra blog, sui maggiori social network e molti abbonati cominciano a spedire lettere a Sky che a sua volta non tarda a rispondere sul proprio sito tramite l'amministratore delegato Tom Mockridge. Nella lettera si ribadisce che Sky non ha affatto deciso unilateralmente di sospendere il canale, bensì è stata fatta un'offerta lo scorso 13 maggio a Joel Hyatt per un rinnovo contrattuale di altri tre anni, offerta rifiutata con la richiesta del doppio della retribuzione stabilita per un cifra complessiva vicina ai dieci milioni di dollari il che è stato rifiutato anche a fronte del presunto calo di ascolti. In effetti può essere scaricata da tutti la digitalizzazione dell'offerta Sky del 13 maggio (con tanto di firma) per quanto, curiosamente, sia stato cancellato l'importo della cifra offerta a Current. Mockridge sottolinea, successivamente, che la vicenda non ha nulla a che fare con Olbermann che, peraltro, non sapeva neppure chi fosse prima della vicenda. Sorvolando sull'ultima affermazione appare evidente che di nuovo tutta la colpa viene riversata su Current.

Siamo arrivati all'ultimo capitolo della intricata vicenda, abbiate pazienza, ovvero l'ultima risposta di Current. Pare che poco meno di un mesetto prima della proposta di rinnovo (il 22 aprile per la precisione) fosse stato mandato un fax dall'amministratore delegato di Sky Italia Mockridge dal seguente incipit: “Come anticipato per telefono, confermiamo che, sfortunatamente, dati i pesanti e inaspettati tagli di bilancio, non siamo nella posizione di negoziare un rinnovo del contratto di trasmissione per Current Tv in questo territorio e che quindi l’attuale accordo scadrà il 7 maggio 2011” risultate in una secca interruzione delle trasmissioni, a partire dal 30 giugno come si legge successivamente, piuttosto unilaterale in effetti, con una compensazione pari a un milione di euro. C'è di più, l'ammontare della cifra offerta solo successivamente in merito al rinnovo triennale del contratto (quello del 13 maggio per intenderci) prevedeva un compenso proprio pari, pensa il caso, allo stesso milione di euro di cui sopra, a dire di current meno di un terzo del precedente contratto e, sempre secondo il network, una cifra troppo bassa per la sopravvivenza.

Insomma a fronte di ciò prende senso l'ipotesi che Sky, avendo fiutato odore di nascenti proteste, abbia tamponato la sospensione unilaterale della collaborazione con una offerta contrattuale dal compenso irrisorio che di fatto non poteva essere accettata, in modo da scaricare la colpa della cessata collaborazione proprio sull'emittente “silurata”. Se poi consideriamo che nel contempo si è sedata la diatriba tra Murdoch e Berlusconi proprio in un delicatissimo periodo di calo dei consensi (tra vicende giudiziarie, dichiarazioni anomale e votazioni varie) di quest'ultimo con conseguente rimozione del canale dai contenuti spesso molto critici (si pensi al Passaparola del giornalista Marco Travaglio regolarmente ritrasmesso proprio da Current Italia) verso questi, qualche sospetto viene anche su un presunto rapporto tra i due ricchi leader mediatici. Quale sia la verità non è, comunque, ancora dato sapere; non ci resta che attendere ulteriori sviluppi

venerdì 20 maggio 2011

I montatori del TG1 in protesta non firmano i servizi

Augusto Minzolini
Che il TG1, ammiraglia dei telegiornali di servizio pubblico, abbia cambiato nettamente linea dall'avvento di Augusto Minzolini è abbastanza evidente, ma che ci fossero effettivamente dissidi interni forse non lo si immaginava. Il caso scatta da una lettera inviata dai 25 montatori della sede RAI di Milano proprio al direttore Augusto Minzolini, lettera di forte protesta nella quale dichiarano la volontà di ritirare le proprie firme dai servizi montati, un chiara e netta presa di posizione sulla linea editoriale adottata negli ultimi tempi prendendone le distanze per salvaguardare la propria dignità professionale. Ecco il testo integrale della lettera:

I montatori della RAI di Milano, sempre più distanti dalle scelte editoriali perseguite dal TG1, esprimono il loro forte dissenso nei confronti di un’informazione parziale e coartata e non riconoscendosi nella sua linea, sia come professionisti del settore giornalistico che come utenti della televisione pubblica, ritirano la firma dai propri servizi del telegiornale in attesa di un cambio nella gestione e di un ripristino di quella che dovrebbe essere una reale obiettività della notizia che restituisca al TG1 la dignità che gli deve appartenere in quanto prima fonte d’informazione del paese.

Questa precisa scelta adottata unicamente verso il TG1 dai montatori di tutte le testate RAI sembra il naturale prosieguo di un episodio avvenuto l'anno scorso riguardante Maria Luisa Busi. L'episodio in questione vede la sopracitata Busi abbandonare la conduzione dell'edizione delle ore venti del TG1 a causa di polemiche col direttore; in una lettera ella spiegava di non riconoscersi più nella testata e che per difendere le proprie prerogative professionali da conduttrice altro non poteva fare se non togliere la faccia dal telegiornale. Secondo la versione di Minzolini il tutto era accaduto unicamente perché alla Busi era stato in precedenza comunicato che sarebbe stata spostata all'edizione delle tredici in quanto il rinnovamento della veste grafica del TG1 prevedeva, tra le altre cose, un nuovo anchorman all'edizione serale. Quale fosse la verità comunque il tutto avveniva qualche tempo dopo la rimozione dei tre giornalisti Tiziana Ferrario, Piero Damosso e Paolo Di Giannantonio, secondo il direttore per favorire un ricambio generazionale (dopo l'assunzione di 18 precari) e svecchiare la veste del telegiornale, secondo altri come punizione per non avere firmato un documento in favore di Minzolini in seguito al caso scaturito dopo l'annuncio al TG1 dell'assoluzione del legale coimputato di Berlusconi nel caso Mills, mentre in realtà era stato solo prescritto.

La si pensi come la si pensi fatto sta che a distanza di un anno arriva la protesta all'unanimità dei montatori i quali dichiarano apertamente una “un'informazione parziale e coartata” (coartare: costringere, forzare). A fronte di un telegiornale sempre più di costume e sempre meno di notizie ove le proteste si fanno intestine ci si chiede se non sia il caso di indagare e fare partire un'inchiesta visto che il tutto riguarda il primo tra i telegiornali di servizio pubblico che, appunto, un vero servizio pubblico dovrebbe fornire.


giovedì 19 maggio 2011

I “tre” dell'Ave Maria contro la famiglia omosessuale


(su segnalazione di Gipple)

Le infelici dichiarazioni del sottosegretario alla famiglia Giovanardi (in arte “provaci ancora giova”) riguardo alla celebre pubblicità IKEA avevano destato più di una perplessità, quando non indignazione, da parte di molti eppure il prode crociato del nuovo millennio, per nulla stanco, non solo mostra desiderio di continuare nella sua scelleratezza bensì rilancia. Sotto accusa questa volta sono i libri per bambini e un famoso videogioco “the sims 3”. Ma andiamo con ordine.
Il videogioco in questione è un simulatore di vita a trecentosessanta gradi nel quale è possibile, tra e altre cose, costruire la propria abitazione, scegliere un lavoro e fare carriera, crearsi una famiglia, avere figli, etc... il tutto condito con i tipici tratti comici dei videogiochi della casa Maxis. Ora quale malvagità avranno intravisto in ciò? È presto detto, il videogioco consente relazioni di ogni tipo ovvero: uomo – donna, uomo – uomo e donna – donna permettendo in ogni caso il matrimonio e l'adozione di un figlio. Questa è la causa dell'ira dell'europarlamentare UDC Carlo Casini del “Movimento per la vita” (e meno male) che scende tra le truppe di “provaci ancora giova” dal quale trova immediatamente appoggio. Non basta, la crociata rimpolpa ulteriormente le sue fila con l'entrata in campo di Maurizio Gasparri che da il suo appoggio costituendo il terzo elemento del triumvirato. I tre dell'Ave Maria... ma non erano quattro? Se ne saranno persi uno, forse sta giocando a The Sims 3.
Bene, andiamo a leggere le critiche smosse. Secondo Carlo Casini i produttori del videogioco dovrebbero quanto meno evidenziare ai consumatori del bel paese che da noi il matrimonio omosessuale è illegale; è be certo metti che questi si mettono in testa che siamo in un paese libero? No, no, non va bene, si va contro gli sforzi profusi dal governo in questi anni. Gasparri ovviamente ritiene la proposta del prode Carlo quanto mai sensata, ma non si perde in inutili parole il suo appoggio, sono sicuro, sarà nei fatti concreti. C.Casini continua: “È inaccettabile che un videogioco che entra nelle case di milioni di italiani permetta a un bambino di 6-7-8 anni di creare una coppia gay che può anche adottare bambini” ci si chiede perché sia inaccettabile che nel videogioco coppie omosessuali ed eterosessuali siano identiche e vengano trattate allo stesso modo ma il prode C.Casini non esita a spiegarcelo: ”Lo sviluppo della sessualità di un adolescente presenta inizialmente aspetti di omosessualità e bisessualità, che poi si armonizzano e l'eterosessualità diventa la regola. Questi videogiochi intervengono in quel momento di sviluppo parziale, in cui è normale che ci siano tendenze omosessuali che rischiano di essere fissate. Questo è un modo per fissare l'omosessualità” in pratica lo psicologo newage insinua che l'omosessualità adulta è solo una devianza scaturita da una scorretta educazione del bambino che in sé è insieme eterosessuale, bisessuale e omosessuale. Insomma viene indotto a fare la scelta sbagliata a causa del videogioco. Siamo tornati indietro di qualche centinaio di anni insinuando che si sceglie di essere omosessuali e che questa scelta è in sé una devianza alla regola. Un applauso per C.Casini! Sulla sua faccia possibilmente. Voi ora vi domanderete: ma Giovanardi? Giovanardi rilancia: “È evidente che siamo davanti a una grande campagna delle lobby che vogliono promuovere certi valori. Questo non avviene solo con i videogiochi come The Sims, ma anche con libri destinati ai bambini che invece di proporre una famiglia con papà e mamma, quando si parla di genitori ne propongono una di un papà con un papà” il crociato unto da nostro signore si riferisce probabilmente a un libro che aveva portato nella trasmissione Agorà qualche settimana addietro, un libricino per bambini nel quale si spiega la famiglia e si asserisce che essa può essere formata da “una mamma e un papà” o “da due mamme” o “da due papà”. Immaginatevi “provaci ancora giova” che trova in libreria un'opera del genere, alla portata di tutti e per di più rivolta ai bambini! Avrà sfiorato l'attacco cardiaco per un pelo. Peccato non esista più l'indice dei libri proibiti ma questo non basta a fermare il nostro prode eroe che ha già promesso azioni legali contro la casa editrice del libretto.
Insomma il messaggio dei crociati è chiaro: la famiglia è formata da un uomo e una donna. Che si vogliano bene non è importante. Che si odino non è importante. Ce non si guardino, che si menino, che si insultino, nulla ha importanza a patto che ci sia un uomo e una donna. Questi tre oscuri personaggi della politica italiana forse non hanno capito che il mondo poco alla volta sta cambiando, la coscienza di molte più persone di un tempo è rivolta all'obbiettivo “pari diritti e pari dignità” e simili stupide dichiarazioni non fanno altro che compattare il fronte comune di chi condanna l'omofobia, anche quando malcelata dietro una presunta difesa dei valori della famiglia. Vogliamo una lotta alle ingiustizie reali e non questo. Vogliamo che ognuno possa vivere esprimendosi in pieno senza che qualcuno decida per lui che così non deve essere. Vogliamo che si smetta di creare una artificiale idea di “normalità” così da poter bollare tutto il resto come “devianza”. Vogliamo la libertà.


È ora di dire basta.

(chiunque voglia segnalare qualche avvenimento o notizia può contattarmi direttamente all'indirizzo noluntas@hotmail.it)

martedì 17 maggio 2011

Sardegna: rifiuto quasi all'unanimità sul nucleare

Le jeux son faits, le urne sono chiuse, i voti ormai tutti conteggiati e come dopo ogni amministrativa tutti leggono i dati risultanti nel modo che più gli aggrada. Il risultato? Hanno vinto tutti, persino chi ha perso clamorosamente e non c'è modo di farlo ammettere a nessuno. Tra i mille presunti vincitori ne esiste però uno che può essere univocamente riconosciuto, per quanto sino ad ora se ne sia parlato poco, ovvero la vittoria del “no al nucleare” scaturito in Sardegna. Ma andiamo con ordine.

Nelle giornate di domenica e lunedì si è andati a votare in 1274 comuni ma in più in Sardegna ci si è espressi anche sul referendum consultivo regionale sul nucleare. Un referendum consultivo si può intendere come la richiesta di un parere su un dato argomento senza che il risultato sia vincolante, come invece accade nell'abrogativo; la sua disciplina è regolata spesso a livello regionale e nel caso della Sardegna il quorum, ovvero la percentuale minima di afflusso alle urne degli aventi diritto al voto perché il risultato fosse valido, era stata fissata al 33%. Una scheda verde per un quesito referendario straordinariamente chiaro e conciso: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”, croce sul Sì per manifestare la contrarietà al nucleare sull'isola, viceversa croce sul No.

Il quorum viene abbattuto con il 59.49% degli aventi diritto al voto recatisi alle urne ed il risultato è pressoché un plebiscito popolare, i dati aggiornati alle 21,10 di lunedì 17 dichiarano una percentuale del 97.64% per il Sì ed il risultato è ormai certo. La Sardegna è di fatto la prima regione a dare una risposta chiara sul nucleare, ricalcando grossomodo i risultati del celebre referendum abrogativo del 1987 e schierandosi a prepotenza contro il nucleare. Lo straordinario risultato, per quanto geograficamente circoscritto, potrebbe essere un forte segnale sulla volontà di non tornare al nucleare puntando, invece, sulle nuove tecnologie energetiche che si stanno affacciando sempre di più nel panorama del rinnovabile (penso al marsili project e al solare termodinamico di Rubbia ad esempio). “Sono felice e fiero di questo risultato, di questa grande prova dei sardi. Sono fiero della coesione della Sardegna capace di dare una prova di unita' di fronte a una scelta da cui dipende il nostro futuro” così commenta il presidente della Regione Ugo Cappellacci che poi illustra la volontà di portare l'approvvigionamento energetico dell'isola per un 40% alle fonti rinnovabili.

A fronte di questa chiara vittoria contro il nucleare in Sardegna rimane ancora l'incognita sulla sorte del quesito referendario del 12-13 giugno, stoppato dal governo con un emendamento all'articolo 5 del decreto legge “omnibus” già votato al senato. La decisione non è ferma alla Cassazione, come spesso si sente dire, difatti prima che questa si possa esprimere è necessario che il decreto legge venga votato anche alla camera e sia, poi, pubblicato sulla gazzetta ufficiale concludendo l'iter legislativo, solo allora la Cassazione potrà adempiere alle sue valutazioni.

Si rimane tutti in attesa.

sabato 14 maggio 2011

Il futuro dei pannelli solari si chiama “nano antenna”

Con buona pace di chi sostiene che il ricorso energetico al solare sia una truffa e un imbroglio, la ricerca sul campo continua senza sosta con progressi sempre più evidenti. Questa volta l'attenzione se l'è guadagnata un gruppo di ricerca della Rice University di Houston (Texas) i quali hanno sviluppato una nano antenna, ovvero un'antenna della grandezza dell'ordine del miliardesimo di metro/milionesimo di millimetro, in grado di sfruttare la componente infrarossa della luce solare per creare energia elettrica.


La radiazione solare, senza scendere troppo nei particolari, è sostanzialmente formata da tante componenti ognuna delle quali presenta una proprietà detta lunghezza d'onda; ad esempio ciò che noi chiamiamo volgarmente “luce” altro non è che l'insieme delle componenti della radiazione solare con lunghezze d'onda comprese tra i 380 e i 760 nm, alle quali è sensibile l'occhio umano, ma in realtà la radiazione solare è presente anche al di sotto e al di sopra di questa banda di lunghezze d'onda prendendo rispettivamente il nome di ultravioletto e infrarosso. L'energia contenuta nella radiazione solare non è tutta concentrata nello spettro (insieme di frequenze o lunghezze d'onda) della luce visibile bensì è spalmata su tutto lo spettro della radiazione stessa ma gli attuali pannelli fotovoltaici tipicamente non riescono a sfruttare lunghezze d'onda superiori a 1.1 nm (ovvero la maggior parte dell'infrarosso). 


Qua arriva l'innovazione del team coordinato da Mark Knight che ha costruito su un substrato di silicio, ovvero su un “supporto” del noto semiconduttore, delle nano antenne d'oro spesse una decina di nm e lunghe dai 110 ai 158 nm in grado non solo di catturare la radiazione infrarossa ma anche di convertirla in energia elettrica. Il meccanismo si basa sui plasmoni i quali sono elettroni oscillanti nella struttura metallica che agiscono come onde in uno stagno. Quando vengono eccitati dalla luce si crea sulla superficie metallica delle antenne un grande campo elettrico, maggiore di quello associato originariamente alla radiazione incidente; come conseguenza a tutto ciò si creano degli “elettroni caldi” con energia sufficiente a superare l'interfaccia metallo – semiconduttore (antenna – substrato) creando così corrente elettrica. 


Questa nuova tecnologia è ancora in fase di ricerca dunque bisognerà attendere ulteriori sperimentazioni per verificare la sua reale applicabilità, ma le premesse sono molto buone. Considerando che la parte infrarossa della radiazione solare contiene ben più di un terzo dell'energia totale della radiazione è evidente che sfruttare questa componente ha la potenzialità di aumentare notevolmente l'efficienza, attualmente bassa, dei sistemi fotovoltaici rendendoli sempre più competitivi nel panorama energetico globale. Resta da vedere chi scommetterà sul sole investendo in questa tecnologia sperimentale, ma in ogni caso ci si aspettano grandi innovazioni nel futuro prossimo con un mutamento sempre più radicale del panorama energetico mondiale. 

venerdì 13 maggio 2011

La politica del fango

La campagna politica delle amministrative è, tanto per cambiare, svolta all'insegna degli insulti e delle accuse che qualche volta, guarda un po', sono persino false. L'ultimo episodio è avvenuto ieri, mercoledì 11, durante un confronto televisivo su SKY TG24 tra i due principali candidati alla poltrona di sindaco di Milano: Letizia Moratti (sindaco uscente per il centrodestra) e Giuliano Pisapia (per il centrosinistra). Il confronto all'americana prevedeva una suddivisione rigida dei tempi, suddivisione studiata a tavolino dalla Moratti che negli ultimi secondi, tanto per negare ogni diritto di replica, sgancia la sua bomba nucleare sull'avversario accusandolo di essere stato “giudicato dalla corte di assise responsabile di un reato, il reato di furto di un veicolo (…) per il sequestro e il pestaggio di un giovane (…) giudicato responsabile ed amnistiato” al che scade il tempo, viene chiuso tutto e tanti saluti al diritto di difesa. Negli intenti della Moratti quello di dimostrare che mentre ella è moderata il suo avversario così moderato non è, anzi fa parte di una frangia estremistica della sinistra. Strano non abbiano parlato di BR, forse si attendeva un collegamento telefonico di Lassini o di Berlusconi al riguardo. Non passano neanche 24 ore e sorpresa! Si viene a sapere che Pisapia dopo il primo grado di giudizio, nonostante l'amnistia, ha continuato l'iter processuale attraverso i successivi gradi di giudizio fino ad ottenere piena assoluzione. La verità viene fuori, la Moratti fa una pessima figura ma intanto la bomba sull'avversario l'hanno sganciata e il dubbio a qualcuno resta.

Premetto che non conosco il programma politico di nessuno dei due “aspiranti tronisti” di Milano, preferisco pensare a quelli di chi si candida dove vivo io, perciò non tifo per nessuno; detto ciò è ovvio che la vicenda travalica la competizione comunale e riguarda il modo di fare politica “all'italiana”. Se durante ogni governo assistiamo al teatrino dell'insulto reciproco invece che ad un'opera di governo condivisa (che non deve essere necessariamente destra Vs sinistra : ne rimarrà uno solo) durante i periodi elettorali, che dio ce ne scampi e ce ne liberi, si “accendono i toni” e contando che da noi i toni sono perennemente accesi qua si rischiano episodi di autocombustione spontanea. La deriva populistica della politica ha portato a questo, alla battuta scontata, alla volgare derisione dell'avversario e alla calunnia facile. Non si deve concorrere con l'avversario, piuttosto bisogna distruggerlo, annientarlo con ogni mezzo necessario, d'altronde Padron 'Lusconi fa scuola con il suo perenne attacco alla “magistratura eversiva” ed alla “sinistra comunista” che a suo dire “puzza” (un raffinato attacco politico). Mancano sono gli striscioni e i cori da stadio, anzi perché i prossimi dibattiti non li facciamo a San Siro?

Come se tutto ciò non bastasse Alessandro Sallusti scrive un avvincente, si fa per dire, editoriale su Il Giornale il cui titolo è tutto un programma: “elezioni come un ring, è giusto suonarle - Tra quattro giorni in molte città italiane si vota. Ma la politica non è un salotto, è un ring, e su quello italiano ci sono pure arbitri di parte” sul cui contenuto non scendo, chi desidera può leggerlo e trarre le sue conclusioni. Quello che vorrei puntualizzare è che sta passando il messaggio secondo il quale “tutto è giusto e tutto è permesso” il che è quanto meno discutibile. Il cosiddetto “tono accesso” nella propaganda non è certo una invenzione di questi ultimi mesi, sopratutto in Italia, però può potenzialmente prendere connotati positivi qualora sia indice di forte passione per un progetto politico per il bene del paese (e non della solita casta), ma di sicuro questo non è né il caso né il modo; scendere al dileggio gratuito, darsi alla demagogia e cercare unicamente il favore popolare a discapito di tutto e di tutti è una parte dell'aberrazione del nostro sistema politico. Poi ci si chiede perché prende sempre più le distanze da quel mondo

È ora di dire basta.

martedì 10 maggio 2011

Il ritorno della Santanchè: “la bocassini è una metastasi”


Ieri, 9 maggio, è stata la giornata in memoria delle vittime del terrorismo e come Napolitano aveva preannunciato dopo la comparsa dei manifesti “Via le BR dalle procure”, ad opera di Lassini che di fatto ha solo trascritto quanto il Padron 'Lusconi è solito dichiarare apertamente, è stata dedicata in particolare ai tanti magistrati vittime del terrorismo rosso, nero e di qualunque altro colore. Mentre una parte del paese onorava la memoria degli illustri caduti qualcuno definiva i PM canro e metastasi della democrazia, con una raffinata metafora intrisa di quel buon gusto tanto caro al governo in carica. Ma, come sempre, andiamo con ordine. 

Berlusconi varca, come ogni lunedì, la soglia del tribunale di Milano sulla cui facciata troneggino le foto dei due PM Emilio Alessandrini e Guido Galli assieme a quella dell'avvocato Giorgio Ambrosoli, tre vittime della loro onestà. Si spengono le telecamere per il solito divieto e di conseguenza tutti i giornalisti accendono la fotocamera dei cellulari (un divieto geniale ed efficace a quanto pare) captando una dichiarazione che lascia sorpresi nell'udire il premier definire i magistrati vittime del terrorismo “quasi degli eroi, anzi degli eroi” al ché immagino che tutti abbiano volto il viso al cielo attendendo di vedere apparire un segno divino, forse il secondo miracolo del neo – beatificato (ricordo che il primo a detta della Biancofiore è di aver “seccato” Bin Laden). Ovviamente non finisce qua e quando il premier non parla a sproposito c'è chi lo fa per lui, questa volta tocca a Daniela Santanchè che al termine dell'udienza riprende quanto aveva dichiarato Berlusconi appena qualche giorno prima al Palasharp definendo i PM di Milano un cancro della democrazia e, qualora non bastasse, rincara pure la dose chiamandoli Metastasi. Incalzata da un giornalista fa anche un nome da collegare direttamente all'affascinante epiteto, quello di Ilda Bocassini, magistrato impegnato alla lotta della criminalità mafiosa e del terrorismo con la sola colpa di avere indagato sul presidente del consiglio. 

Tralasciando l'ottimo tempismo nel dare della Metastasi ad un magistrato che ha lottato contro il terrorismo nella stessa giornata della memoria alle vittime del terrorismo, nonché ad appena una settimana dalla VI giornata del malato oncologico (giusto della serie “il buon gusto si vede dal mattino”), mi chiedo almeno se la Santanché sappia cosa sia una metastasi, perché proprio di suo la metafora non sta in piedi, ma passiamo oltre. Tra il discorso al Palasharp e le dichiarazioni della nuova coppia comica del momento, i Gianni&Pinotto del nuovo millennio, si evince che la lotta alla magistratura eversiva prende via via connotati più chiari, ad esempio ora sappiamo che è molto semplice scremare il PM eversivo dal PM quasi - eroe (ovvero quasi al pari di quel Mangano eroe del premier) semplicemente il primo indaga su Berlusconi e il secondo no, alla luce di ciò attendiamo al più presto che il governo invii ad ogni famiglia italiana un compendio al riconoscimento dell'eversione nella magistratura. 

In conclusione facciamo un breve riepilogo/confronto tra le due eminenti figure femminili.
Daniela Santanchè: storia politica travagliata, per molto tempo forte militante in Alleanza Nazionale (AN) la ricordiamo in quel periodo per il Dito Medio, un ovvio segno di pace, elargito agli studenti contestatori della riforma Moratti sulla scuola e per la sua proposta di legge sulla porno – tax, una sorta di imposta ai consumatori di materiale pornografico. La rottura con Fini si ha quando questi la rimuove come responsabile del dipartimento di pari opportunità di AN nel 2007. Dopo un addio alla “via col vento”, nel senso che Fini se ne infischia, la Santanchè gira e rigira alla ricerca di una destra forte, chiara nei suoi principi e che non venga a patti con nessuno. Nel 2008 la sua personale crociata è per togliere il voto delle donne a Berlusconi, difatti dichiara: “Vorrei fare un appello a tutte le donne italiane. Non date il voto a Silvio Berlusconi, perché Silvio Berlusconi ci vede solo orizzontali, non ci vede mai verticali”, ancora:il voto a Silvio Berlusconi è il voto più inutile che le donne possano dare” e ancora: “Berlusconi ha sempre utilizzato le donne come il predellino della sua Mercedes: un punto d'appoggio per sembrare più alto dei veri nanetti di cui si circonda” ma non basta e poco tempo dopo dichiara “Berlusconi è ossessionato da me. Tanto non gliela do”. Insomma la Santanchè di Berlusconi non ne vuole proprio sapere, infatti dopo esser entrata e uscita da vari piccoli partiti si stabilizza nel Movimento per l'Italia che nel 2010 si va a federare con il PdL e il 1° marzo dello stesso anno la Lady di Ghisa viene nominata sottosegretaria al governo Berlusconi. Viva la Coerenza.
Ilda Bocassini: magistrato in servizio dapprima alla procura di Brescia e poi a quella di Milano, la sua prima inchiesta di grande rilevanza è “Duomo Connection” che si occupa dell'infiltrazione nell'Italia settentrionale della mafia. Nel 1992 si fa trasferire a Caltanissetta dove resta per due anni alla ricerca degli assassini di Falcone e Borsellino. Successivamente torna a Milano occupandosi della famosissima inchiesta Mani Pulite. Dal 2004 dirige le indagini della DIGOS che tre anni dopo porteranno all'arresto di 15 sospetti appartenenti a le Nuove Brigate Rosse (con buona pace di Lassini secondo il quale le BR sono dentro le procure e infatti si arrestano tra loro). Nel 2009 il CSM la promuove a Procuratore aggiunto sempre presso il tribunale di Milano.

A voi il confronto.

domenica 8 maggio 2011

Il Solare Termodinamico (parte I)

Le vicende sulla tecnologia del solare termodinamico nel nostro paese si intrecciano fittamente ed inevitabilmente con la politica passata e presente, tanto che ormai aspetti tecnologici e aspetti politici sono spesso difficilmente distinguibili nel parlare di questo argomento. Tenendo conto di ciò cercherò di trattare indipendentemente i due aspetti redigendo altrettanti articoli: il primo, questo, si occuperà di quelli tecnologici mentre demando ad uno futuro quelli sulle vicende politiche.

L'idea alla base
Tecnologia innovativa sulla base di una idea davvero antica, ovvero quella degli specchi ustori di Archimede i quali, leggenda vuole, vennero usati nell'assedio di Siracusa per dar fuoco alle navi romane. Lo specchio ustore altro non è che una superficie riflettente di forma parabolica che basa il suo funzionamento sulla proprietà focale della parabola ovvero la proprietà di concentrare ogni raggio che giunga parallelo al suo asse di simmetria in un unico punto detto fuoco. Cosa comporta ciò? Comporta che l'energia solare che incide sullo specchio viene concentrata in un unico punto. Per comprendere meglio ricordate cosa succede quando mettete una lente di ingrandimento, che presenta anch'essa proprietà focali, davanti ad una fonte di luce quale lo stesso sole? La “luce” viene concentrata in un punto passando per la lente; ecco qualcosa di analogo succede negli specchi ustori solo che, invece di passare attraverso, la “luce” viene riflessa. Bene l'idea alla radice del solare termodinamico è quella di utilizzare degli specchi parabolici che concentrano la luce, ovvero la radiazione solare incidente quindi l'energia solare, su un elemento focale che racchiude un fluido termovettore, parolona per indicare un liquido in grado di accumulare e trasportare il calore, ottenendo così energia termica che sarà poi trasformata in energia elettrica.

L'innovazione
Tra le tre principali tecnologie inerenti al solare termodinamico, ovvero: sistema a collettori parabolici lineari, sistema a torre centrale e sistema dish – stirling, la prima è sicuramente quella più matura commercialmente e sulla quale più è stata coinvolta la ricerca del premio nobel Carlo Rubbia e dell'ENEA (sito). Questa tecnologia si basa su lunghe file di specchi (collettori) di forma parabolica che riflettono la luce del sole su di un tubo nel quale scorre un liquido in grado di immagazzinare e trasportare il calore (il fluido termovettore). La radiazione solare, che è stata convertita in energia termica, viene condotta, mediante il fluido, in un serbatoio caldo in grado di trattenere (immagazzinare) il calore e successivamente passa in quello che si chiama scambiatore di calore. Al di là di cosa sia di preciso questo scambiatore di calore, in “soldoni” accade che grazie a questo viene generato il vapore che azionerà le turbine per produrre energie elettrica. Infine il fluido confluisce in un serbatoio freddo per poi ritornare nel tubo ubicato sul fuoco degli specchi parabolici.
Sperando di essere stato chiaro ora vediamo dove sono le innovazioni dell'ENEA sotto la guida di Rubbia. La prima risiede nel fluido termovettore impiegato, sostituendo gli oli minerali con miscele di sali fusi che raggiungono temperature superiori, presentano uno scarso impatto ambientale (questi sali sono fertilizzanti già largamente impiegati) e costi relativamente ridotti oltre che un rischio di infiammabilità sicuramente minore rispetto agli oli. La seconda innovazione risiede in un sistema di accumulo efficiente del calore il che permette di produrre energie elettrica anche in ore notturne. ENEA dichiara che la dispersione del calore è 1% in 24 ore e che l'immagazzinamento di 5m3 di sali fusi sono sufficienti per la produzione di 1MWh. Terza innovazione è il nuovo collettore solare, insomma lo specchio utilizzato, che presenta alte prestazioni, mentre l'ultima innovazione riguarda un rivestimento sui tubi collettori (quelli che contengono i sali fusi e che sono sul fuoco dei collettori parabolici) che consente ai sali fusi di raggiungere alte temperature ovvero 550°C rispetto ai 390°C massimi degli oli.

Fotovoltaico e solare termodinamico
Sia il classico fotovoltaico, utilizzante i pannelli solari, che il solare termodinamico mirano alla produzione energetica mediante lo sfruttamento di quella risorsa naturale che è il sole per la produzione dell'energia elettrica, ma dove stanno le differenze? Be sono due tecnologie molto differenti per quanto apparentemente possa non sembrare, se non altro perché il fotovoltaico fornisce una conversione diretta della radiazione solare in energia elettrica mentre il solare termodinamico lo fa per via indiretta, come già abbiamo visto. Sono presenti molti dibattiti e “guerre di dati” sul confronto dell'efficienza complessiva dei due sistemi ma al di là di tutto è indubbio che mentre la tecnologia fotovoltaica non ha necessariamente bisogno di grandi spazi per essere competitiva non è così per il solare termodinamico. Mi spiego meglio, molti edifici montano alcuni pannelli fotovoltaici per diminuire la loro dipendenza dalla rete elettrica il che funziona benissimo tanto che il fotovoltaico è di fatto una tecnologia “distribuita” (esistono addirittura piccolissime celle fotovoltaiche utilizzate per dare energia a piccoli circuiti) che non necessita per la sua applicazione di grandi centrali che a loro volta richiedono grandi spazi, così non è per il solare termodinamico che funziona molto più competitivamente nell'ottica della grande centrale. Un altro aspetto da tenere in considerazione è che il solare termodinamico non richiede l'impiego del silicio, materiale sempre più costoso necessario per la creazione dei pannelli solari che a loro volta devono essere smaltiti correttamente dopo il loro ciclo vitale alla stregua di rifiuti speciali. Insomma pro e contro per ognuna delle due tecnologie, nessuna delle quali da sola è miracolosa ma l'impiego di entrambe può portare a molto.

Critiche e applicabilità
Quali sono state le maggior critiche mosse al solare termodinamico? Ricordo distintamente, all'epoca in cui se ne parlava un sacco per merito di Rubbia, critiche sulla pericolosità e sui rischi di incendio il che denotava una scarsa conoscenza del progetto del sopracitato premio nobel che, come già visto, prevede la sostituzione degli oli infiammabili con sali fusi a basso impatto ambientale. Un'altra critica fu mossa in particolare sull'esigenza di ampi spazi per le centrali, peraltro da ubicare in posti necessariamente il più possibile assolati nel corso dell'anno; ecco riguardo a questo in realtà alcuni siti adatti al sud Italia esistono tutt'ora come fa notare Rubbia, il quale propone in più anche una sorta di delocalizzazione delle centrali nei territori desertici del Nord Africa per poi importare l'energia elettrica prodotta. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l'energia necessaria all'intero pianeta. E un'area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell'Italia, un'area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma” (Rubbia, 2008). Anche a ciò le critiche sono state e sono tutt'ora tante, per lo più si parlava dell'inattuabilità del trasporto energetico a distanza per le grandi perdite tipiche delle linee di trasmissione, cosa a cui il premio nobel diede una sua risposta che non sono, però, riuscito a ritrovare. L'altra critica fondamentale sulla delocalizzazione è mossa, sopratutto oggi, da interessi commerciali sulla presunta inaffidabilità di costruire gli impianti solari all'estero, specialmente in zone politicamente instabili.

Che piaccia o meno il solare termodinamico è un altro modo di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, con le potenzialità di incidere concretamente sulla produzione energetica globale. 

giovedì 5 maggio 2011

Questo referendum non s'ha da fare


Un magnifico concerto quello di questo primo maggio, forse uno dei più belli tra tutti quelli che ricordo, merito anche del grande Neri Marcorè nella figura di mattatore d'eccezione. Grandi artisti, citazioni celebri all'insegna del 150°, un pubblico più che mai partecipe e momenti davvero emozionanti hanno animato un grande evento messo un po' in ombra dalla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II (se uno fosse un malpensante potrebbe pure avere dei dubbi sul reale motivo per celebrarla proprio in quella data).
Tutto bene dunque? Non tanto nel momento in cui si viene a sapere che dentro la solita liberatoria che gli artisti hanno dovuto firmare per esibirsi vi era una “clausola” che prevedeva il divieto di parlare di argomenti clou, tra i quali il referendum del 12-13 giugno. Il governo ce la sta mettendo davvero tutta: dopo l'attentato condotto con armi improprie e un certo abuso di potere verso il quesito referendario sul nucleare nel tentativo di eliminarlo, dopo un paio di velati attacchi anche a quello sulla privatizzazione dell'acqua verso il quale ne aspetto altri ben più consistenti ma solo dopo le amministrative, ora scatta anche la CENSURA al concertone. Non dovrebbe stupire, difatti sappiamo tutti la sconcertante verità: da molti anni a questa parte il miglior modo per combattere l'esito di un referendum non è il confronto bensì il tentativo, spesso riuscito, di non fargli raggiungere il quorum in barba a tutti quelli che a votare ci tengono davvero. In fondo il referendum è stato scorporato dalle amministrative (con grande dispendio di soldi pubblici) proprio per questo.
Con quali tecniche si può raggiungere lo scopo dell'annienta – quorum?Fondamentalmente sono due. La prima è lo storico invito alla rinuncia, precursore fu Craxi nel 1991 che coniò il celebre “andate al mare” ma il suo figlioccio Berlusconi ha percorso le sue orme invitando più volte a “restare a casa” coniando persino il termine astensionismo attivo. Astensionismo attivo significa che se siamo convinti di non avere la maggioranza sul quesito referendario allora ce ne freghiamo della suddetta maggioranza e cerchiamo di nutrire la fetta di astensionismo, purtroppo endemica in ogni votazione, facendo sì che il quorum non si raggiunga e quindi il referendum non crei risultati concreti. La cosa è di per sé diabolica: combattere il più grande esercizio di democrazia diretta invitando a rinunciarvi spontaneamente e senza nemmeno dare niente in cambio, pazzesco ma funziona pure! Questa si chiama “ginnastica dell'obbedienza” il padrone dice di saltare e noi non chiediamo il motivo ma solo “quanto in alto sire?”. L'ignoranza è il ventre fecondo della cieca obbedienza ed è bene che tutti noi ce ne accorgiamo al più presto, prima che sia troppo tardi.

Per quanto la tecnica dell'invito alla rinuncia abbia funzionato discretamente bene in questi ultimi anni, in questo caso potrebbe fallire miseramente perché almeno uno (ma direi anche due) su tre quesiti referendari toccano sul vivo noi tutti e anche i meno avvezzi all'esercizio del voto potrebbero trovare opportuno andarsi a pronunciare sull'avere o meno centrali nucleari sotto casa. Quindi? Non toccherà mica spronare tutti ad andare a votare, togliendo ogni bavaglio e incoraggiando l'approfondimento sulle materie del referendum cosicché ogni cittadino si possa fare la sua opinione informata? No, non preoccupatevi, qui ricorre la seconda tecnica: l'anestesia totale: addormentiamoli tutti e risvegliamoli, se capita, solo dopo il referendum. Insomma meno se ne parla e meglio è, quindi si censurano preventivamente (Bush con la sua guerra preventiva ha fatto proseliti gettando la moda del “preventivismo”) i programmi di approfondimento e tutti quegli agitatori di coscienze; da qua nasce la temibile liberatoria del silenzio che è stata fatta firmare agli artisti che si sono poi esibiti nel concerto del primo maggio. Non è tutto. Come ogni volta in cui le elezioni incombono anche questa volta la parcondicio vola come uno spettro nero sulle nostre teste ma a meno di due settimane dalle amministrative del 15-16 maggio ancora la Vigilanza Rai non ha approvato il regolamento sulla parcondicio, anzi gioca al rinvio con patetiche scuse, quindi a tutti coloro che vanno in onda viene fatta firmare la liberatoria del silenzio. Risultato? Che a una decina di giorni delle amministrative e a meno di quaranta giorni dal referendum si deve tacere.

Insomma, per Don Berlusconi questo referendum non s'ha da fare; mi chiedo solo se lui abbia letto come finisce Don Rodrigo nei promessi sposi.

È ora di dire basta.




martedì 3 maggio 2011

Muore Bin Laden e la Biancofiore grida al miracolo


Dopo una piccola parentesi sulle nuove tecnologie ritorna lo spazio de “la dichiarazione idiota della settimana” ! La prima (e speriamo ultima) candidata della settimana è la (dis)on. Biancafiore Michaela deputata PDL di cui sicuramente tutti voi avete già sentito parlare. Per i più distratti riassumiamo brevemente alcune tappe celebri della sua carriera politica. Consigliera di Bolzano per Forza Italia (FI) nel 2005 partorisce la sua più brillante proposta di legge: contributi pubblici del 50% a chi volesse rinnovare il proprio tagliaerba con uno nuovo in modo da combattere l'inquinamento atmosferico. Impegnata su più fronti, parallelamente alla lotta dell'emissione di PM10 a causa dei giardinieri ella appoggia le nuove tecnologie mediatiche portando il primo comizio su cellulare al mondo, un collegamento via telefonino del Papi durante un comizio a Bolzano organizzato proprio dalla Biancofiore. Lotta alle emissioni e studio di nuove tecnologie non hanno comunque fermato questa lady d'acciaio dal partecipare a qualche evento mondano e tutti ci ricordiamo della foto nella quale ride in preda alle convulsioni vicino al Premier che mostra il suo più caro gesto di pace e amore, sotto forma del suo dito medio.

Udendo della presunta morta di Bin Laden alla vigilia della Beatificazione di Wojtyla ero certo che qualcuno si sarebbe lanciato in una connessione anche se pensavo che quel tale avrebbe avuto il buon senso per tenersela per sé e invece no, La Biancofiore l'ha addirittura dichiarato all'ANSA!

L'eliminazione da parte delle forze Usa dello sceicco del terrore Bin Laden all'indomani della beatificazione di Giovanni Paolo II può essere letta come un nuovo enorme miracolo per il mondo regalato dal Papa più amato che tanto tuonò contro la rete del terrore” (Biancofiore)

Fantastico, uno non deve nemmeno più faticare per trovare queste perle, te le gettano direttamente addosso. Ora, sono perfettamente conscio che esiste ben altro di cui parlare rispetto alle follie immaginarie di una deputata che probabilmente ogni sera pregava al santo padre per la morte di Osama, capisco pure bene che la dichiarazione è talmente stupida e insensata che non è nemmeno necessario confutarla in quanto decade naturalmente, però non mi va nemmeno che il tutto venga come al solito dimenticato. In un paese civile non è possibile che ognuno dichiari quello che gli pare senza poi prendersi relative responsabilità, questa è l'epoca della classe politica delle “parole in libertà” un interrotto flusso di coscienza Joyciano che fuoriesce dalla politica malata del paese, che incanta qualcuno, inorridisce altri e infastidisce i più. Un fiume di parole, promesse, accuse e dichiarazione che creano un groviglio attorno ad ogni vicenda nel quale diventa ogni giorno di più difficile districarsi e dove ogni dichiarazione sconcertante finisce via via per perdersi.

Non voglio dilungarmi oltre, ho già sproloquiato sin troppo, l'unico scopo del post era di evidenziare l'ennesima dichiarazione idiota sintomatica della putrefazione cerebrale della nostra rappresentanza ed auspico non mi venga mossa la solita accusa di concentrarmi su fatti privi di importanza perché questa gente ci rappresenta, oltre a governarci, e io sinceramente ne ho abbastanza di una rappresentanza di idioti. 

domenica 1 maggio 2011

Marsili Project: geotermia marina all'italiana

Nucleare, nucleare, nucleare... se ne parla tanto ma rassegnatevi: è diventata una tecnologia vecchia e come tutte le tecnologie vecchie è pericolosa e genera sottoprodotti difficili da manipolare. Si parla tanto, sin troppo di nucleare ed è proprio questa attenzione mediatica a mantenere questa tecnologia in vita (coadiuvata dagli onnipresenti interessi economici ovviamente) e tutti dimentichiamo che il futuro ha già suonato alla porta, speriamo sia come il postino e suoni di nuovo mentre siamo più attenti.

Tra le nuove tecnologie per la produzione di energia elettrica vorrei porre l'attenzione sul Marsili Project.

Iniziamo con qualche premessa. Tra le fonti energetiche di tipo sostenibile e rinnovabile, ovvero che non compromettono né l'ambiente né il futuro delle nuove generazioni e che sono in grado di rigenerarsi o non esaurirsi sulla scala dei tempi umana (ovvero in migliaia e migliaia di anni), troviamo la Geotermia. Le centrali geotermiche sfruttano il calore naturale prodotto dalla terra per creare energia elettrica, senza produrre anidride carbonica né scorie radioattive impossibili da gestire efficacemente. Attualmente le centrali geotermiche coprono approssimativamente l'1% del fabbisogno energetico mondiale (peraltro smisurato) eppure le nuove tecnologie potrebbero far presto aumentare questo valore.

In Italia esiste una grande risorsa geotermica al largo del Tirreno meridionale, una bella eredità che ci portiamo dietro da chissà quanto ma che non è mai stata sfruttata, almeno sino ad ora. Il Marsili Project (sito) si propone di sfruttare il bacino di geotermia sottomarina dovuta al vulcano Marsili, dal quale prende il nome, un gigante sommerso di 3000m al largo del Tirreno meridionale che surriscalda l'acqua marina che vi si infiltra all'interno, la quale può raggiungere i 400°C e pressioni superiori a 200bar. Entro il 2015 è prevista la costruzione di 4 piattaforme per una potenza totale di almeno 800MW, il che raddoppierà la potenza ottenuta dalla geotermia in Italia, con una produzione prevista di circa 1'300'000MWh/anno (1.3TWh/anno); una volta che l'impianto sarà a pieno regime si prevede una produzione di 4.4 miliardi di kWh. Il Marsili Project ha le potenzialità di diventare una enorme risorsa per il paese, Eurobuilding (impresa specializzata in ingegneria naturalistica) stima che sfruttando tutte le nostre “caldaie sottomarine” nel giro di una trentina di anni l'apporto geotermico coprirebbe il 7-10% del fabbisogno energetico, portando l'Italia all'avanguardia nel geotermico, il che per una volta ci farebbe ottenere un primato positivo.

Una grande opportunità per investire e diventare addirittura potenziali leader di una nuova politica energetica, la domanda è: chi ci sta credendo nel paese? Innanzitutto gli allori: l'idea alla base di tutto è di Patrizio Signanini dell'università di Chieti, finanziata dalla già citata Eurobuilding (sitoche ha fornito il suo contributo economico ad un gruppo di ricerca composto da tecnici dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), del CNR, del Politecnico di Bari e dell'Università di Chieti. Il governo? Un paio di permessi elargiti, un paio di valutazioni ma niente “grana”. Insomma assente come al solito, con nessuna voglia di partecipare attivamente ad una grande opportunità (molto meglio finanziare il CCS a quanto pare), salvo riservarsi di assumersi i possibili futuri meriti. Ricordatevi ciò, sono parole profetiche le mie.

Nel 1913 l'Italia inaugurò a Lardello la prima centrale Geotermica al mondo, ma da allora la situazione non è molto cambiata e non per mancanza di siti adatti bensì per la poca voglia di puntare sulle alternative. Oggi abbiamo una nuova possibilità, non certo grazie alla nostra classe politica; speriamo di non sprecarla.

A quanto pare al nucleare qualche alternativa c'è.