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citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

venerdì 20 maggio 2011

I montatori del TG1 in protesta non firmano i servizi

Augusto Minzolini
Che il TG1, ammiraglia dei telegiornali di servizio pubblico, abbia cambiato nettamente linea dall'avvento di Augusto Minzolini è abbastanza evidente, ma che ci fossero effettivamente dissidi interni forse non lo si immaginava. Il caso scatta da una lettera inviata dai 25 montatori della sede RAI di Milano proprio al direttore Augusto Minzolini, lettera di forte protesta nella quale dichiarano la volontà di ritirare le proprie firme dai servizi montati, un chiara e netta presa di posizione sulla linea editoriale adottata negli ultimi tempi prendendone le distanze per salvaguardare la propria dignità professionale. Ecco il testo integrale della lettera:

I montatori della RAI di Milano, sempre più distanti dalle scelte editoriali perseguite dal TG1, esprimono il loro forte dissenso nei confronti di un’informazione parziale e coartata e non riconoscendosi nella sua linea, sia come professionisti del settore giornalistico che come utenti della televisione pubblica, ritirano la firma dai propri servizi del telegiornale in attesa di un cambio nella gestione e di un ripristino di quella che dovrebbe essere una reale obiettività della notizia che restituisca al TG1 la dignità che gli deve appartenere in quanto prima fonte d’informazione del paese.

Questa precisa scelta adottata unicamente verso il TG1 dai montatori di tutte le testate RAI sembra il naturale prosieguo di un episodio avvenuto l'anno scorso riguardante Maria Luisa Busi. L'episodio in questione vede la sopracitata Busi abbandonare la conduzione dell'edizione delle ore venti del TG1 a causa di polemiche col direttore; in una lettera ella spiegava di non riconoscersi più nella testata e che per difendere le proprie prerogative professionali da conduttrice altro non poteva fare se non togliere la faccia dal telegiornale. Secondo la versione di Minzolini il tutto era accaduto unicamente perché alla Busi era stato in precedenza comunicato che sarebbe stata spostata all'edizione delle tredici in quanto il rinnovamento della veste grafica del TG1 prevedeva, tra le altre cose, un nuovo anchorman all'edizione serale. Quale fosse la verità comunque il tutto avveniva qualche tempo dopo la rimozione dei tre giornalisti Tiziana Ferrario, Piero Damosso e Paolo Di Giannantonio, secondo il direttore per favorire un ricambio generazionale (dopo l'assunzione di 18 precari) e svecchiare la veste del telegiornale, secondo altri come punizione per non avere firmato un documento in favore di Minzolini in seguito al caso scaturito dopo l'annuncio al TG1 dell'assoluzione del legale coimputato di Berlusconi nel caso Mills, mentre in realtà era stato solo prescritto.

La si pensi come la si pensi fatto sta che a distanza di un anno arriva la protesta all'unanimità dei montatori i quali dichiarano apertamente una “un'informazione parziale e coartata” (coartare: costringere, forzare). A fronte di un telegiornale sempre più di costume e sempre meno di notizie ove le proteste si fanno intestine ci si chiede se non sia il caso di indagare e fare partire un'inchiesta visto che il tutto riguarda il primo tra i telegiornali di servizio pubblico che, appunto, un vero servizio pubblico dovrebbe fornire.


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