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citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

giovedì 26 maggio 2011

Le amministrative affossano il referendum

Sono settimane che l'attenzione di tutti è monopolizzata dalle elezioni amministrative, in particolare dai risultati di quattro città prima (Napoli, Bologna, Milano, Torino) e di due ballottaggi poi (Napoli e Milano). Caricati inizialmente all'unanimità di un significato quasi messianico da tutte le parti in gioco che si definivano preventivamente vincenti, per giorni ogni singola trasmissione di approfondimento non ha fatto che parlarne. Passa la prima tornata elettorale, escono i risultati e tutti comunque si danno vincenti, come accade sempre in questi casi, il che farebbe quanto meno alzare la palpebra a qualcuno dotato di senso critico e invece no di nuovo tutte le trasmissioni parlano dei risultati cercando una qualche presunta verità. Passa qualche giorno e si comincia a parlare dei ballottaggi, in particolare di quello di Milano visto che il premier si è autonomamente giocato la faccia con la sua decisione di scendere in campo in prima persona. Tra le vicende di presunta violenza, i presunti attentati fascio – comunisti e la solita guerra degli insulti e della lettura creativa dei programmi l'attenzione rimane monopolizzata dal ballottaggio di Milano. Non basta, terminati i ballottaggi per tutta la settimana prossima tutti parleranno del risultato di questi e nuovamente ci si interrogherà sui grandi ed elevati significati politici di una amministrativa e via con un'altra settimana di informazione “bloccata”. Del referendum del 12-13 giugno praticamente non se ne parla se non per qualche messaggio autogestito da parte di sconosciuti movimenti che in orari del tutto inadeguati spuntano senza molto senso logico, ad esempio questa mattina su Rai3 poco prima del programma di approfondimento Agorà ve ne sono stati due riguardanti i quesiti referendari sull'acqua; soliti slogan piuttosto approssimativi da una parte e l'indegno invito all'astensione dall'altra.

Mancano poco meno di tre settimane dal referendum su quattro importanti quesiti e la situazione è sempre quella: informazione e dibattito pressoché inesistente (si contano giusto un paio di puntate di Agorà e di Anno zero in materia del nucleare) quando, al contrario, vi è estrema necessità di fare chiarezza così che ogni cittadino si possa fare una propria idea informata al riguardo. Chiarezza e informazione, dunque non la solita demagogia a slogan e neppure l'invito all'astensione preventiva che sono entrambi chiari inviti all'ignoranza. Siamo al monopolio amministrativo, si parla solo di Milano e Napoli, non che le amministrative non siano importanti ma si sta davvero dibattendo sul “colore del nero” con eccesso di tempi e rubando spazio ad altra informazione.

Ora a un malpensante, come il sottoscritto, potrebbe anche venire il sospetto che il separare amministrative e referendum (con notevole dispendio di soldi pubblici) ponendo tuttavia le due chiamate alle urne relativamente vicine temporalmente tra loro non sia stato fatto casualmente, bensì avendo in mente precisi scopi. Numero uno: evitare che le amministrative chiamassero alle urne un'affluenza tale da rimpolpare il quorum del referendum con bella pace dell'astensionismo tanto caro a qualcuno. Numero due: allontanare la data del referendum ha dato modo alle camere di far passare il decreto Omnibus contenete la moratoria sulle centrali nucleari da realizzare in Italia, passato con voto di fiducia alla camera di 313 sì contro 291 no e che rischia (a meno di intervento della cassazione) di affossare il quesito referendario del nucleare ovvero il più caro alla cittadinanza. Numero tre: rubare tempo utile alla discussione per evitare di pubblicizzare eccessivamente il referendum dato che, come è stato ammesso da più parti, si invita all'astensionismo data la presunta strumentalizzazione della chiamata alle urne, il che ha davvero poco senso.

Insomma le amministrative stanno di fatto bloccando il referendum o meglio bloccandone l'informazione, persino su internet i blog che si danno all'attualità hanno smesso di parlarne. Unico luogo ove sembra che l'argomento non passi di moda è il celebre social network Facebook ove ormai da più di un mese, in diverse tornate quotidiane, girano inviti multipli a una partecipazione attiva e consapevole al referendum, spesso mossi da una presa di coscienza autonoma e apartitica di persone qualunque come noi tutti.

Ci si chiede se almeno nella settimana del 6-12 giugno si potrà parlare del referendum o se invece si glisserà sul bel tempo e sulla voglia di andare al mare.

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