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citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

domenica 1 maggio 2011

Marsili Project: geotermia marina all'italiana

Nucleare, nucleare, nucleare... se ne parla tanto ma rassegnatevi: è diventata una tecnologia vecchia e come tutte le tecnologie vecchie è pericolosa e genera sottoprodotti difficili da manipolare. Si parla tanto, sin troppo di nucleare ed è proprio questa attenzione mediatica a mantenere questa tecnologia in vita (coadiuvata dagli onnipresenti interessi economici ovviamente) e tutti dimentichiamo che il futuro ha già suonato alla porta, speriamo sia come il postino e suoni di nuovo mentre siamo più attenti.

Tra le nuove tecnologie per la produzione di energia elettrica vorrei porre l'attenzione sul Marsili Project.

Iniziamo con qualche premessa. Tra le fonti energetiche di tipo sostenibile e rinnovabile, ovvero che non compromettono né l'ambiente né il futuro delle nuove generazioni e che sono in grado di rigenerarsi o non esaurirsi sulla scala dei tempi umana (ovvero in migliaia e migliaia di anni), troviamo la Geotermia. Le centrali geotermiche sfruttano il calore naturale prodotto dalla terra per creare energia elettrica, senza produrre anidride carbonica né scorie radioattive impossibili da gestire efficacemente. Attualmente le centrali geotermiche coprono approssimativamente l'1% del fabbisogno energetico mondiale (peraltro smisurato) eppure le nuove tecnologie potrebbero far presto aumentare questo valore.

In Italia esiste una grande risorsa geotermica al largo del Tirreno meridionale, una bella eredità che ci portiamo dietro da chissà quanto ma che non è mai stata sfruttata, almeno sino ad ora. Il Marsili Project (sito) si propone di sfruttare il bacino di geotermia sottomarina dovuta al vulcano Marsili, dal quale prende il nome, un gigante sommerso di 3000m al largo del Tirreno meridionale che surriscalda l'acqua marina che vi si infiltra all'interno, la quale può raggiungere i 400°C e pressioni superiori a 200bar. Entro il 2015 è prevista la costruzione di 4 piattaforme per una potenza totale di almeno 800MW, il che raddoppierà la potenza ottenuta dalla geotermia in Italia, con una produzione prevista di circa 1'300'000MWh/anno (1.3TWh/anno); una volta che l'impianto sarà a pieno regime si prevede una produzione di 4.4 miliardi di kWh. Il Marsili Project ha le potenzialità di diventare una enorme risorsa per il paese, Eurobuilding (impresa specializzata in ingegneria naturalistica) stima che sfruttando tutte le nostre “caldaie sottomarine” nel giro di una trentina di anni l'apporto geotermico coprirebbe il 7-10% del fabbisogno energetico, portando l'Italia all'avanguardia nel geotermico, il che per una volta ci farebbe ottenere un primato positivo.

Una grande opportunità per investire e diventare addirittura potenziali leader di una nuova politica energetica, la domanda è: chi ci sta credendo nel paese? Innanzitutto gli allori: l'idea alla base di tutto è di Patrizio Signanini dell'università di Chieti, finanziata dalla già citata Eurobuilding (sitoche ha fornito il suo contributo economico ad un gruppo di ricerca composto da tecnici dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), del CNR, del Politecnico di Bari e dell'Università di Chieti. Il governo? Un paio di permessi elargiti, un paio di valutazioni ma niente “grana”. Insomma assente come al solito, con nessuna voglia di partecipare attivamente ad una grande opportunità (molto meglio finanziare il CCS a quanto pare), salvo riservarsi di assumersi i possibili futuri meriti. Ricordatevi ciò, sono parole profetiche le mie.

Nel 1913 l'Italia inaugurò a Lardello la prima centrale Geotermica al mondo, ma da allora la situazione non è molto cambiata e non per mancanza di siti adatti bensì per la poca voglia di puntare sulle alternative. Oggi abbiamo una nuova possibilità, non certo grazie alla nostra classe politica; speriamo di non sprecarla.

A quanto pare al nucleare qualche alternativa c'è.

2 commenti:

  1. Ciao trovo il tuo blog molto interessante, ti interesserebbe "ribattere" i tuoi articoli per ottenere maggiore visibilità su un blog condiviso (http://www.vocedalbasso.com) dove facciamo un esperimento di giornalismo partecipativo?
    Grazie e ciao!

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  2. Ciao, innanzitutto grazie. Ho visitato Vocedalbasso e trovo sia molto interessante e ben concepito come blog condiviso ed effettivamente, nel mio piccolo, mi interesserebbe partecipare.

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