citazione

citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

giovedì 5 maggio 2011

Questo referendum non s'ha da fare


Un magnifico concerto quello di questo primo maggio, forse uno dei più belli tra tutti quelli che ricordo, merito anche del grande Neri Marcorè nella figura di mattatore d'eccezione. Grandi artisti, citazioni celebri all'insegna del 150°, un pubblico più che mai partecipe e momenti davvero emozionanti hanno animato un grande evento messo un po' in ombra dalla cerimonia di beatificazione di Giovanni Paolo II (se uno fosse un malpensante potrebbe pure avere dei dubbi sul reale motivo per celebrarla proprio in quella data).
Tutto bene dunque? Non tanto nel momento in cui si viene a sapere che dentro la solita liberatoria che gli artisti hanno dovuto firmare per esibirsi vi era una “clausola” che prevedeva il divieto di parlare di argomenti clou, tra i quali il referendum del 12-13 giugno. Il governo ce la sta mettendo davvero tutta: dopo l'attentato condotto con armi improprie e un certo abuso di potere verso il quesito referendario sul nucleare nel tentativo di eliminarlo, dopo un paio di velati attacchi anche a quello sulla privatizzazione dell'acqua verso il quale ne aspetto altri ben più consistenti ma solo dopo le amministrative, ora scatta anche la CENSURA al concertone. Non dovrebbe stupire, difatti sappiamo tutti la sconcertante verità: da molti anni a questa parte il miglior modo per combattere l'esito di un referendum non è il confronto bensì il tentativo, spesso riuscito, di non fargli raggiungere il quorum in barba a tutti quelli che a votare ci tengono davvero. In fondo il referendum è stato scorporato dalle amministrative (con grande dispendio di soldi pubblici) proprio per questo.
Con quali tecniche si può raggiungere lo scopo dell'annienta – quorum?Fondamentalmente sono due. La prima è lo storico invito alla rinuncia, precursore fu Craxi nel 1991 che coniò il celebre “andate al mare” ma il suo figlioccio Berlusconi ha percorso le sue orme invitando più volte a “restare a casa” coniando persino il termine astensionismo attivo. Astensionismo attivo significa che se siamo convinti di non avere la maggioranza sul quesito referendario allora ce ne freghiamo della suddetta maggioranza e cerchiamo di nutrire la fetta di astensionismo, purtroppo endemica in ogni votazione, facendo sì che il quorum non si raggiunga e quindi il referendum non crei risultati concreti. La cosa è di per sé diabolica: combattere il più grande esercizio di democrazia diretta invitando a rinunciarvi spontaneamente e senza nemmeno dare niente in cambio, pazzesco ma funziona pure! Questa si chiama “ginnastica dell'obbedienza” il padrone dice di saltare e noi non chiediamo il motivo ma solo “quanto in alto sire?”. L'ignoranza è il ventre fecondo della cieca obbedienza ed è bene che tutti noi ce ne accorgiamo al più presto, prima che sia troppo tardi.

Per quanto la tecnica dell'invito alla rinuncia abbia funzionato discretamente bene in questi ultimi anni, in questo caso potrebbe fallire miseramente perché almeno uno (ma direi anche due) su tre quesiti referendari toccano sul vivo noi tutti e anche i meno avvezzi all'esercizio del voto potrebbero trovare opportuno andarsi a pronunciare sull'avere o meno centrali nucleari sotto casa. Quindi? Non toccherà mica spronare tutti ad andare a votare, togliendo ogni bavaglio e incoraggiando l'approfondimento sulle materie del referendum cosicché ogni cittadino si possa fare la sua opinione informata? No, non preoccupatevi, qui ricorre la seconda tecnica: l'anestesia totale: addormentiamoli tutti e risvegliamoli, se capita, solo dopo il referendum. Insomma meno se ne parla e meglio è, quindi si censurano preventivamente (Bush con la sua guerra preventiva ha fatto proseliti gettando la moda del “preventivismo”) i programmi di approfondimento e tutti quegli agitatori di coscienze; da qua nasce la temibile liberatoria del silenzio che è stata fatta firmare agli artisti che si sono poi esibiti nel concerto del primo maggio. Non è tutto. Come ogni volta in cui le elezioni incombono anche questa volta la parcondicio vola come uno spettro nero sulle nostre teste ma a meno di due settimane dalle amministrative del 15-16 maggio ancora la Vigilanza Rai non ha approvato il regolamento sulla parcondicio, anzi gioca al rinvio con patetiche scuse, quindi a tutti coloro che vanno in onda viene fatta firmare la liberatoria del silenzio. Risultato? Che a una decina di giorni delle amministrative e a meno di quaranta giorni dal referendum si deve tacere.

Insomma, per Don Berlusconi questo referendum non s'ha da fare; mi chiedo solo se lui abbia letto come finisce Don Rodrigo nei promessi sposi.

È ora di dire basta.




Nessun commento:

Posta un commento