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citazione della settimana : "Mi chiedo cosa spinga a fissare la luce di una candela facendone il proprio sole" (...)

martedì 17 maggio 2011

Sardegna: rifiuto quasi all'unanimità sul nucleare

Le jeux son faits, le urne sono chiuse, i voti ormai tutti conteggiati e come dopo ogni amministrativa tutti leggono i dati risultanti nel modo che più gli aggrada. Il risultato? Hanno vinto tutti, persino chi ha perso clamorosamente e non c'è modo di farlo ammettere a nessuno. Tra i mille presunti vincitori ne esiste però uno che può essere univocamente riconosciuto, per quanto sino ad ora se ne sia parlato poco, ovvero la vittoria del “no al nucleare” scaturito in Sardegna. Ma andiamo con ordine.

Nelle giornate di domenica e lunedì si è andati a votare in 1274 comuni ma in più in Sardegna ci si è espressi anche sul referendum consultivo regionale sul nucleare. Un referendum consultivo si può intendere come la richiesta di un parere su un dato argomento senza che il risultato sia vincolante, come invece accade nell'abrogativo; la sua disciplina è regolata spesso a livello regionale e nel caso della Sardegna il quorum, ovvero la percentuale minima di afflusso alle urne degli aventi diritto al voto perché il risultato fosse valido, era stata fissata al 33%. Una scheda verde per un quesito referendario straordinariamente chiaro e conciso: “Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?”, croce sul Sì per manifestare la contrarietà al nucleare sull'isola, viceversa croce sul No.

Il quorum viene abbattuto con il 59.49% degli aventi diritto al voto recatisi alle urne ed il risultato è pressoché un plebiscito popolare, i dati aggiornati alle 21,10 di lunedì 17 dichiarano una percentuale del 97.64% per il Sì ed il risultato è ormai certo. La Sardegna è di fatto la prima regione a dare una risposta chiara sul nucleare, ricalcando grossomodo i risultati del celebre referendum abrogativo del 1987 e schierandosi a prepotenza contro il nucleare. Lo straordinario risultato, per quanto geograficamente circoscritto, potrebbe essere un forte segnale sulla volontà di non tornare al nucleare puntando, invece, sulle nuove tecnologie energetiche che si stanno affacciando sempre di più nel panorama del rinnovabile (penso al marsili project e al solare termodinamico di Rubbia ad esempio). “Sono felice e fiero di questo risultato, di questa grande prova dei sardi. Sono fiero della coesione della Sardegna capace di dare una prova di unita' di fronte a una scelta da cui dipende il nostro futuro” così commenta il presidente della Regione Ugo Cappellacci che poi illustra la volontà di portare l'approvvigionamento energetico dell'isola per un 40% alle fonti rinnovabili.

A fronte di questa chiara vittoria contro il nucleare in Sardegna rimane ancora l'incognita sulla sorte del quesito referendario del 12-13 giugno, stoppato dal governo con un emendamento all'articolo 5 del decreto legge “omnibus” già votato al senato. La decisione non è ferma alla Cassazione, come spesso si sente dire, difatti prima che questa si possa esprimere è necessario che il decreto legge venga votato anche alla camera e sia, poi, pubblicato sulla gazzetta ufficiale concludendo l'iter legislativo, solo allora la Cassazione potrà adempiere alle sue valutazioni.

Si rimane tutti in attesa.

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